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Lampadine FLAM

CHI SIAMO

E' arrivato il momento di usare soluzioni nuove!

Con FLAM Trading puoi iniziare una strada nuova, intrigante, allegra, piacevole, economica ed in sintonia con l'ambiente che ti circonda.

Illuminati con noi

Otterrai

  • Risparmio Energetico: Lampade costruite con trifosfori ad alto rendimento di ultima generazione con accensione rapida e luce stabile.
  • Risparmio Ecologico: Meno metalli e materiali plastici sprecati e da smaltire con l'innovazione dell'accenditore separato dai tubi.
  • Risparmio Economico: La risultante del risparmio energetico, aggiunto al risparmio ecologico, sia per il singolo utilizzatore finale che per la collettività.

Molti parlano di ambiente, con la FLAM agisci!

FLAM Trading

Siamo un'azienda giovane di persone convinte che sia ancora possibile lasciare un mondo migliore ai nostri figli ed alle generazioni future.

Tutto è nato dalla considerazione che ormai non possiamo più fingere di non sapere o pensare che i problemi ambientali riguardino solo gli altri.

Volevamo contribuire, aiutare la società a sprecare meno risorse, ma non sapevamo come. Poi ci fu presentato il progetto di queste lampadine e capimmo che dovevamo muoverci. Dovevamo farle conoscere, perché certo l'idea di comprare una lampadina in due pezzi non è proprio una cosa che ti aspetti, lascia come minimo sorpresi al primo impatto. Ma è tutto lì, senza trucco e senza inganno. E' la tecnologia del riciclo, del riutilizzo, limitare gli sprechi di materie prime e limitare la produzione di plastiche, per avere meno rifiuti da smaltire. Perché sono due problemi strettamente collegati.

Vivere in modo ecosostenibile non ha colore politico, non ha bandiera ideologica.

E' semplicemente l'unico modo che abbiamo per non autodistruggerci secondo la maggior parte degli studiosi di tutto il pianeta.

Indipendentemente dal futuro che riusciremo a lasciare ai nostri figli, qui (in ogni dove) ed ora abbiamo grandi problemi di risorse ambientali sprecate e/o male utilizzate oltre a problemi più o meno gravi di smaltimento rifiuti.

Perché buttare l'accenditore elettronico di una lampadina se funziona ancora? Non durerà in eterno neanche lui, ma dura molto di più dell'elemento luminoso. Certamente, da un punto di vista prettamente economico e focalizzato sulla convenienza immediata del fabbricante/venditore, non vi è alcuno sprone a seguire questa nuovissima ed innovativa strada. Anzi, si perderà sicuramente il fatturato equivalente agli accenditori elettronici risparmiati!

Ma chi venderà queste lampadine vedrà il suo fatturato crescere perché tutti quelli che ne verranno a conoscenza le vorranno provare. E vista la loro qualità non potranno che rimanerne soddisfatti e a loro volta parlarne e parlarne bene.

Parola chiave: risparmio, ma non solo per la tasca di chi usa tale lampadina! Immagina quanta spazzatura in meno da smaltire! Solo in Italia si consumano ogni anno milioni di lampadine a risparmio energetico...

Aiutaci anche tu ad inquinare di meno: diventa nostro cliente/utilizzatore e fai circolare la voce. Grazie.

Domande e risposte....

DOVE PRODUCETE? DOVE AVETE SEDE?

La nostra azienda produce nella Repubblica Popolare Cinese da sempre. E ne siamo contenti.

Il motivo non è per il costo della manodopera come può sembrare ai profani.

Il fatto è che il loro governo ha adottato una politica di dazi per l'esportazione delle polveri necessarie alla produzione delle fluocompatte, led e neon.

Sono le famose terre rare. Intendiamoci, non è vietato esportarle ma il dazio implica una maggiorazione dell'80% sul costo d'estrazione.

Se invece tali polveri si trasformano su suolo cinese il dazio non è più dovuto al momento dell'esportazione.

Significa che chi produce fuori dalla Cina ha costi di approvigionamento 80% superiori alla concorrenza.

E' una manovra protezionistica? Sicuramente. É riuscita a sviluppare l'industria elettronica nazionale.

Esistono altri fornitori per le terre rare? No, di fatto il 98% dell'estrazione mondiale avviene su suolo cinese.

(É difficile giudicare. Un po' come se la Sicilia, per dar lavoro ai propri giovani obbligasse a imbottigliare il succo d'arancia sull'isola.

Inoltre trasportare una tonnellata d'arancie in Emilia inquina molto di più che trasportare una tonnellata di succo al nord.

In ogni caso gli U.S.A. per contrastare questo monopolio nel dicembre 2012 hanno aperto alcune miniere. Difficilmente copriranno il loro fabbisogno.)

Detto questo lavoriamo con una rete di partner cinesi dal 1999.

La qualità non è mai scontata. Bisogna selezionare le materie prime e la componentistica.

La differenza tra le lampadine la fà il costo d'acquisto di queste due forniture. Fosfori e condensatori in primis.

Altro discorso riguarda l'assemblaggio, che per certe linee di prodotti è discriminante.

Recentemente abbiamo iniziato una linea di produzione di tubi a led per l'industria.

Mai come in questo caso l'artigianilità, anzi la manualità degli operai è fondamentale.

La politica aziendale è semplice. Non risparmiare all'atto della produzione.

Quello che non risparmiamo al momento della produzione lo togliamo alle spese pubblicitarie.

Di fatto non abbiamo pubblicità. E infatti fatichiamo molto a farci conoscere. Ma poi chi ci prova ritorna.

L'amministrazione, la progettazione, la logistica e la parte commerciale hanno sede a Barge, in provincia di Cuneo.

Non abbiamo un vero e proprio laboratorio di ricerca e sviluppo ma ci avvaliamo di collaborazioni esterne.

Allo stesso modo abbiamo un chimico di riferimento per il Phosphor Global Summit.

QUALI SONO LE NORME A CUI VI ATTENETE?

Ovviamente a livello normativo rispettiamo ogni parametro di legge.

(La legge è legge. Cinese o italiana che sia non potremmo fare altrimenti.)

Comunque il nostro stile di vita ci porta a rispettare ambiente e lavoratori ovunque ci si trovino.

Anzi, per molti aspetti siamo sotto i parametri che le norme RoHS richiedono alla comunità internazionale.

Avendo sede in Italia siamo iscritti ad un albo nazionale per la produzione di materiale elettronico.

Questo anche per adempiere alle norne e tributi per lo smaltimento.

Infatti nel prezzo di listino è incluso il tributo RAEE. Quella tassa non resta a noi.

Andrà ad una cooperativa per la bonifica delle lampadine usate.

Ma non vorremmo creare confusione. Non saremo noi a ritirare le vostre lampadine.

La legge prevede che siano i punti vendita e non i produttori a farlo.

Quindi la soluzione più semplice è che vi rechiate presso l'isola ecologica del vostro paese.

COSA CI DITE DEL MERCURIO?

Mercurio. Ci sono molte verità ma anche alcune leggende da sfatare.

Prima di tutto il mercurio è indispensabile in tutte le lampadine fluorescenti a scarica di mercurio.

Non se ne può fare a meno. E' un'eccezione alle direttive RoHS decisa a livello mondiale.

L'eccezione prevede che nelle lampadine la quantità di mercurio non ecceda i 5mg.

Di fatto recenti sviluppi (un brevetto italiano: un processo di miniaturizzazione e amalgama con titanio.) ne hanno ridotto la quantità a microgrammi.

Come seconda verità il mercurio è tossico per l'uomo SOLO allo stato gassoso.

E il mercurio è un metallo che gassifica sopra i 350 gradi.

Quindi è praticamente impossibile entrare in contatto coi vapori usando le lampadine quotidianamente.

Anche nel caso di rottura durante il funzionamento la temperatura scende all'interrompersi della corrente.

E' importante. Sono i vapori ad essere veramente dannosi. Non il mercurio allo stato naturale, liquido.

Se in casa vi si rompe un vecchio termometro, che la nonna ha dimenticato di rottamare, non muore nessuno.

O se usate del mercurocromo come disinfettante, e lì, a contatto della ferita, ci vanno i sali di mercurio.

Al contrario può succedere che microvapori si sprigionino se un dentista trapana malamente vecchie otturazioni.

(Mercurocromo e vecchie otturazioni meriterebbero più attenzione e più parole.)

Questo non toglie che il mercurio sia un metallo tossico, prezioso ed estremamente regolamentato.

Ma a livello industriale in tutto il mondo la sicurezza è la norma. Fosse solo per i costi.

Le centrifughe per il raffinamento del mercurio hanno standard di sicurezza seconde solo ai quelle dei materiali radioattivi.

Sono quasi tutte in Svizzera perché più che per produrre lampadine si usano per produrre oro.

Detto a spot c'è più mercurio in una fede che in una lampadina. Nostra o della concorrenza..

COSA SI PUÒ FARE PER LE CORRENTI RESIDUE?

Correnti residue. Le correnti residue sono tensioni elettromagnatiche che ronzano tra la circuiteria elettronica.

Tutte le fluocompatte hanno al loro interno condensatori e resistenze che generano tali interferenze. Non sono percepibili ma ci sono.

Il fenomeno interessa l'area circostante la lapadina. La grandezza di quest'area dipende da due ordini di fattori.

La qualità della componentistica e la qualità dell'impianto domestico.

Sulla prima non abbiamo dubbi. Scommettiamo sulla qualità dei nostri prodotti fin dall'acquisto dei materiali.

Attenzione. Non vogliamo dire che la fisica per noi non esista. Diciamo che la qualità limita l'effetto atrito.

QUANTO DURA LA BASE? E IL BULBO?

Una base dura ALMENO tre volte di più della vita media di un bulbo.

Almeno vuol dire che potrebbe durare anche cinque o sei volte di più.

Dipenderà da quante volte accendiamo e spegniamo la lampadina.

Più volte si accende-spegne meno vivrà.

Dipenderà anche dalla qualità dell'impianto domestico e dagli sbalzi di rete della zona.

Ogni bulbo ha una vita teorica indicata in ore sulla propria scheda tecnica.

Anche questa vita teorica dipende dal numero di accensioni e spegnimenti.

COSA È UNA LAMPADINA RICICLABILE?

Una lampadina riciclabile è una fluocompatta alla quale abbiamo separato la componetistica della base,

detta accenditore, dalla serpentina contenente il gas luminescente, detta bulbo.

Questo perché l'accenditore elettronico ha una durata superiore alla vita dei gas luminescenti.

La base e il bulbo avvitati assieme sono una lampadina fluocompatta come le altre.

Quando il gas si esaurisce si svita il bulbo e si riavvita sulla stessa base un bulbo di ricambio.

Così facendo ricicliamo i componenti elettronici della base per un altro bulbo.

É il principio della donazione di organi, se ci passate il paragone.

Un'idea semplice che riduce la produzione di rifiuti di almeno un 33%.

C'è anche un risparmio economico. In fondo si compra mezza lampadina alla volta.

QUALI SONO LE CONDIZIONI PER I GAS?

Vendiamo ai gas alle condizioni dei rivenditori ufficiali.

Con un minimo d'ordine di 150 euro, al netto dell'iva,  la spedizione è gratuita.

Sotto tale limite non possiamo più offrire il porto franco e si richiede un contributo di spedizione di 8 euro (iva esclusa).

MEGLIO LED O FLUOCOMPATTE?

É un discorso lungo. Sono due prodotti differenti. Sia come resa che come impatto ambientale.

Iniziamo dalla resa. Il led viene da una campagna di marketing di 11 miliardi di dollari.

Con una cifra simile farebbero sembrare pallido il sole. Ma cerchiamo di essere obiettivi.

In fondo la nostra azienda ha iniziato a produrre led industriali.

(Cioè led di cui siamo sicuri che la resa nel tempo garantisca l'ammortamento della spesa sostenuta.)

Quello che è fondamentale far capire è che la luce di un neon, di una fluocompatta, di un led non sono lo stesso tipo di luce.

Le frequenza che emettono sono profondamente diverse e il risultato sono un differente modo di colorare gli spazi.

Colorare gli spazi sembra un'accessorio ma nell'illuminazione domestica è fondamentale.

Viviamo sotto luce artificiale molto tempo della nostra vita.

Non si tratta solo di arredamento ottico, di non veder sprecato il calore del parquet o delle tende.

Si tratta di ricevere sul nostro corpo le frequenze riflesse dall'ambiente.

Sono frequenze che sullo spettro del visibile trasmettono emozioni.

Tutti siamo sensibili al meteo, alle giornate soleggiate e ai pomeriggi di pioggia.

Anche se inconsciamente l'effetto cromoterapico della luce esiste. E la colorimetria è una scienza.

Con questo metro di misura le migliori sarebbero le vecchie a filamento, poi il neon, poi le alogene, poi le fluocompatte e poi led.

Se guardiamo alla pura resa, energia consumata per quantità di luce prodotta, il discorso si potrebbe complicare solo introducendo il concetto di lumen.

Ma la sostanza non cambierebbe e il led non avrebbe rivali. Con alcune eccezioni.

Primo la vita di un led è veramente lunga, mediamente 30.000 ore, ma il problema è la velocità di decadimento.

Si parla di vita teorica e vita effetiva. Per una vita teorica di 50.000 ore si ha una vita effetiva, od utile, di 30.000.

Vuol dire che per 30.000 la luminosità si riduce ma senza perdita di funzionalità; il led è ancora utile.

Poi il decadimento è troppo evidente e sebbene illumini ancora di fatto non è utilizzabile.

Ebbene spesso per i led non professionali la velocità di decadimento è molto più veloce di quanto dichiarato.

Questo è dovuto ad un problema di dissipazione del calore. E conseguente cottura dell'envelope.

Infatti sebbene si pubbicizzi il led come luce fredda in realtà il chip di silicio scalda veramente troppo.

É il motivo per cui si fanno led singoli di pochi watt di potenza. E poi si assemblano per ottenere wattaggi accettabili.

Se non ci fosse questo problema dissipativo tutti costruiremmo singoli chip da 20-30 watt e tutto sarebbbe più semplice.

Secondo problema. La luce viene proiettata unidirezionalmente, non a 360 gradi.

Per ovviare occorrono dei filtri ottici, cioè delle lenti, oppure dei posizionamenti globulari.

Nella sostanza i costi lievitano e l'ammortamento è molto, molto più difficile. Di conseguenza la resa viene ridimensionata.

Ciònostante in alcuni campi sono la scelta obbligata. Sono campi professionali e quasi sempre industriali.

In questi ambienti servono luci forti e mirate dall'alto in basso. I consumi sono notevoli, spesso continuativi.

La scelta di led professionali sarà obbligata. Un led professionale ha un costo notevole e non potrebbe essere altrimenti.

La sua vita utile deve essere garantita e per farlo chi li produce deve introdurre processi di polimerizzazione molto costosi.

Le autoclavi per alte temperature e alte pressioni necessarie alla cottura dell'evelope non sono alla portata di tutti.

Spesso anche i grandi si affidano alle migliori fonderie portando loro le mescole.

E poi c'è il discorso dell'impatto ambientale.

Diciamo subito che non bisogna confondere l'impatto ambientale di un prodotto industriale con i suoi costi d'esercizio.

Troppo comodo e troppo facile. L'impronta ecologica di un prodotto industriale nasce prima che il prodotto esista.

Facciamo due esempi. L'iceberg e l'automobile.

L'iceberg emerge solo per una piccola parte che potremmo dire essere il suo costo d'esercizio. La sua massa sommersa invece, rappresenterebbe i costi produttivi.

Parimenti l'impronta ecologica di un'autoelettrica non può essere misurata con la CO2 che non emette. Ma si deve misurare tutta l'energia e il materiale che si è consumato per produrla.

Quindi se uno al posto di cambiare un'auto ogni cinque anni, e guidare oggi un'auto elettrica, si fosse tenuto la sua prima due cavalli, avrebbe inquinato e inquinerebbe meno.

Ho avuto occasione di porre personalmente il quesito a  Maurizio Pallante e mi ha confermato che quanto ho scritto sopra è valido al di sotto di una percorrenza annua di 20.000 km.

Questo per dire che è al momento difficile per noi quantificare l'impatto energetico e ambientale delle due produzioni, a led e fluocompatte.

Se per le fluocompatte il problema ambientale maggiore è la bonifica e il recupero del mercurio,

per i led il problema maggiore e l'utilizzo di alcune polveri per l'ottenimento delle quali si frantumano roccie radioattive.

La soluzione al momento non c'è. Si tratta di fare le scelte commisurate alle proprie esigenze.

Stiamo preparando un piccolo quiz automatizzato che verrà messo sul nuovo sito aziendale.

Servirà a misurare le proprie esigenze, rapportarle con le proprie aspettative e fornire una soluzione.

Anche a costo di consigliarvi un prodotto che non produciamo. Naturalmente...

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